Non concedersi la vita
in quel negarsi perduroso
che…annebbia l’anima
riempita di castigo
quasi a doversi giustificare
per voler di piu’ da se’
per quel per se’ totalitario
che impera…che chiede
che chiama…che sussurra
che e’ affogato dalla ragione
che offusca la luce imperante
nella penombra d’un cono
che sembra coprire in toto
…gli impulsi di desiderii
…le energie di creazione
quando noi siamo tanto.
Ci riduciamo ad esser poco
perche’ cosi’ lamentarsi
…ad esser vittime
crea una sorta d’alibi
a cio’ che non riusciamo a prenderci
perche’ la paura d’esser noi creatori
e’ la bellezza non insegnata
anzi…fustigati e rinunciatarii
rendiamo la nostra unica vita
un’opposizione continua
all’anima…verita’ di noi
all’anima…indiscussa realta’.
E’ facile dirsi…sono sfortunato
e’ difficile pensare invece
…quanto siamo fortunati.