L’incredulita’ d’udire
il penetrar d’un particolare
di gabbiani ormai svegli
che rivolgono al presente
quel gridolare di ferita
che apre al commiserare
quella specie di dolore
portato dentro e ben coperto
dal non pensarci
sperando che scompaia
sperando che s’attenui
quella specie strana
d’una mancata corrispondenza
cosi’ pungente invece ancora
nella fresca vena aperta
di quel disagio comprovante
l’evoluzione d’un mancante
quando prende consistenza
quell’avveduta percorrenza
nei disagi che son d’ognuno
quando il tentativo di coprirli
resta vano ed inutile
perche’ il dolore ha bisogno solo
del tempo tutto intero d’essere
quella crescita invisibile
che comunque ti migliora
ogni volta che lo permetti
a quel dolore di prenderti
per cio’ che ti dimostrera’
quanto e’ di te e’ piu’ apertura…