E’ l’inconsapevolezza dell’essere
quella di seminar vento
per raccogliere tempesta
quella che inesorabilmente resta
lo spreco delle vite
dissipate nel nulla
come quel vento mai afferrabile
che rimane dentro
come impossibilita’ d’ascolto
che potrebbe sorprendere
nella bellezza della sua liberta’
quando mai e’ prigioniero
persino in un’anima che la raggiunge
mentre vola sempre piu’ in alto
di quel vento che semina tempesta.
Sei sempre il prodotto
di quell’inafferrabile qualificante
nella misura di cio’ che davvero
puo’ essere il perpetuare vano
di non voler essere neanche vento.
Il vento ha la sua musica
e’ tangibile per quanto vivo
mentre ignorato di qualita’ sue
viene a produrre disastro
per cio’ che non fai per te stesso
nel superar quella barriera
con la stessa voracita’ spazzante
che puo’ invece essere donarsi altro
che il solito minestrone intruglio
di cio’ che si carpisce di senso…