Puntino bianco tra le onde
e’ la barchetta che viene qui
verso il posto mio che aspetta
quanto dal mare puo’ ergersi
di risposta magicosa cosi’ dinnanzi.
Puntino bianco portante dietro se’
la scia del mare nella spuma
che apre dietro se’ il segno del percorso
quasi che volesse mostrarsi principesca
la visuale di un avvicinarsi a terra.
Puntino bianco diventa forma di se’
perche’ era barca solitaria
nel percorrere il suo tragitto
mentre il trovare l’accostarsi
sembra perenne andare nell’altrove.
Puntino bianco diventa il mio pensare
quando ogni forma di pensiero sparisce
nell’incanto d’anima ritrovato
per quanto rispetto innalzi verso la meta
d’una pazienza che oltrepassa la sua forza.
Puntino bianco sembra nello sparire
il miraggio che l’attimo era attimo
perche’ non l’hai sognato il vivere
perche’ non era fallace quella scia
percher’ non era finto quel dolore afferrato.
Puntino bianco diventa oblio
quando stropiccio d’occhio rimane
l’unico modo per aver ricordato
ch’eri barca…ch’eri pensiero…ch’eri anima
ch’eri vita vera…ch’eri gioia…ch’eri dolore.