Stagno…

Questo infinito che m’inghiotte

sembra voler succhiare

tanto spasmo piegato

senza la giusta pieta’

verso il cambiamento personale

che dovrebbe evolvere il fermo

nello stagno delle perdenze

nelle voragini del dolore

nelle privazioni d’identita’

nelle obsolete abitudini

cosi’ pieganti l’uomo

abituato a farsi del male

mai ad arrampicarsi dentro

verso le soluzioni aprenti

quegli inghiottiti disagi

cosi’ misura disamorevole

di mancato amore.

Questo infinito che m’inghiotte

e’ realmente la speranza

quella rivolta a chi e’ perso

nei meandri del dolore dentro

cosi’ intenso e feroce

da infliggere ancor piu’ amaro

ad una vita cosi’ sprecata

inseguendo chimere mai afferrate

anche se sognate d’anima

anche se infilate soppiattamente

nell’idea d’averle qualche volta

…afferranti d’emozione vera

quella dimenticata ormai…

 

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