Guardare…il mare
e’ perdersi nell’infinito
toccando l’orizzonte
che sembra quel limite
…mai oltrepassabile
di palettature interiori
impedenti dentro la paura
d’osare andare oltre.
E’ un oltre traghettante
nella parte migliore
quasi cosi’ invitoso
che l’arditezza d’anima
osa e osa ad accostarsi
per riprendersi l’alito
d’una antica conoscenza
che si palesa dall’invisibile
che si proietta dentro l’ampio
riducendosi ad avere
un richiamo di consistenza
evinta dalla gioia
di ritrovare l’antico te
cosi’ nascosto
che…non sapeva piu’ chiamarti.
Quante volte ha bussato
e quante volte non lo riconoscevi
pensando chissa’ cosa
distratto da tante altre voci
mai vere come quel nascosto
dove si trova sempre
quella risposta ch’era li’
ma non aveva forza d’essere
quella certezza che ascolti
qualche volta si’…qualche volta
come quando sovrasti
quell’orizzonte di similitudini
che sembra con lo sguardo
esplorare il tuo coraggio
e pure…la tua umilta’
nel saper dire grazie
a quel nascosto palesato
che puoi a volerlo solo
…premiare d’ascolto
mentre guardi
…solo il mare.
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