Quanto deserto…

La nuda spiaggia deserta

sembra abbandonata a se’

nel fuggitivo che rimprovera

quelle insane follie similari

quando deserto attraversa

l’anima dell’umano.

Quanto deserto accomuna

quel crescere aspro interiore

fatto di scelte proficue

quando devi apporre modifiche

al modo di porgerti ancora

alla vita cosi’ allungata

nel tempo di essere per te

quell’essere conforme alla copia

d’un essere umano diverso

che non e’ piu’ fotocopia d’editti

ma co-creatore del proprio passaggio

lasciando una traccia

in quel che rimane di te sempre

quando l’attraversi di pienezza

non d’effimero che sfuma

come sbiadito colore mai vivo

ma morente e piegato di noia

in quel mai essere certo

quasi fuggitivo di consistenza

nel netto che e’ vedibile

quando il colore e’ definito

non grigio ma bianco o nero

non ombra ma vero o falso

non fantasma ma vivo o morto…

 

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