Ondeggiano paghe
barche che danzano
nell’invisibile percezione
d’un eterno che sa estendere
quella musica dentro le onde
quella musica dentro l’inviolato.
Quasi ne sento risucchio
che percorre famelico d’espressione
quel ritmato che vibra
invisibile nel silenzio
cosi’ spaccato da energia
che s’amplia dentro di me
quasi fosse calmante ingoiato
che distrugge qualsiasi appiglio
dove dormiente di parola
non esiste giammai.
Quasi ne sento trasporto
quello che mi porta sorriso
densita’ d’una trasparenza
che porto nell’anima visibile
per quanto le trasparenze sono reali
nel suono di musica soave
che dondola il mio pensare
non con la mente sicuro
ma con la ragione dell’intensita’
quella trasmessa con impegno
d’un mare apparenza silenzio
mentre guardare la danza di dentro
e’ uguagliata all’ondeggio di barca
mentre insieme siamo reali…
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