Vincenzo birichino assai
ogni mattina esce di casa
con la maschera di perbenismo
che non lo identifica
ma gli da’ solo sopravvivenza
in cio’ che la giungla e’
d’una ruolita’ falsificata
che mai e’ felicita’.
Gli occhi sono vuoti
mentre veste di giacca e cravatta
allorquando crea interiormente
quel falsume di concetti
che rialzano un ego apparente
mai dubitoso ma conseguente
ad un guadagno economico
il cui prezzo e’ la sua anima.
S’accende nel bagliore
di luci molto artificiali
quella bestia interiore
recalcitrante alla governabilita’
per quanto l’istinto primordiale
di cacciatore impavido
e’ li’ a tender trappola di sesso
per una donna anch’essa bardata
nella paura di provare a vivere
quell’apertura d’una gabbia
dove essa vive come l’illusione
d’un rifugio mai comprovante
quanto tra un uomo e…una donna
possa esserci equilibrio d’una specie
che ormai estingue il suo valore
nel nasconderne l’istinto…
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