Vorrei che…l’altra parte
…di me medesima
che mi rapporta come specchio
mi vedesse davvero nella bellezza
che può esser l’incondizionato porgere
quella sacralità che mi appartiene
in ogni carezza d’anima porta
in ogni sguardo d’anima porto
in ogni abbraccio d’anima profuso
in ogni sì che afferma l’anima
in ogni sì che è accettazione
in ogni sì che è saper leggere
quel dentro che si specchia
con quella brillosità che è incanto.
Vorrei che…l’altra parte
…di me medesima
sapesse trasmettere qualità
non quantità di dare
non quantità di prendere
non quantità di negazione
e che tale qualità suprema
fosse il regalo fatto perchè sentito
da un udito che l’uomo non sa d’avere
da un profondo senso di sapienza
quando l’anima sa farsi udire
senza bisogno d’altro che di sintonia
quella della fatalità senza perchè
che avvicina al concerto altro
nella densità d’espressività
di me medesima che viene recepita…
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