Grazie alla pennellata
quella invisibile d’anima
che aggiusta tutto il mancato
per quel saper dire solo
…quel grazie.
A quantizzare il perduto
serve l’afferrare poi
con l’arsura degli assetati
…il ciò che avviene
nella magia compensativa
d’esser dispensatori di amore
quello gratuito e gradito
che porgi solo nel sentito
per quanto poderoso diventa
…quel grazie urlato
…quel grazie spontaneo
ai doni che sei capace
…di raccogliere d’intorno
quasi con quella veemenza
che l’arditezza del mancato
accende d’inverosimile
nell’inaspettato che unisce
…il divenir grati.
Grazie è all’anima
così trasportosa nei meandri
del colto fresco ancora
che il cuore rimanda
nella densità corposa
d’un incondizionato reggente
che non demorde forza
che non si piega d’abitudine
nel coriandoloso d’una festa
che regala poi al tatto
che vive d’ampiezza
quasi rigenerato in te
per la fiducia riposta
…alla tua emozione
…alla tua anima
…alla tua danza interiore
mentre cammini ancora
e corri verso te stesso
lungo la singola apertura
che è proprio…grazie…