La singolarità…l’unicità
non vengono mai rispettate
ogni volta che vogliamo essere
quelle persone degne di vivere
per quel mistero che è…viversi
al di là del creato altrui
che piega la necessità d’essere
qualsiasi agglomerato mentale
che quando esce dal “paletto”
giudichiamo follia.
E’ follia già vivere
nella guerra d’ogni giorno
nella guerra d’ogni contrario
che ci regala comunque scelta
che significa andare verso
ciò che per te è significato.
Accomodarsi è ingabbiare
quasi che prende vita
non la scelta nè la libertà
ma solo il costruito rifugio
che dovrebbe rendere pace
ma che nella realtà è guerra
quella che uccide nel mondo
…la vitalità e la gioia
scaturita dall’inseguire sogni
creata dall’indifferenza all’uguale
che vuole solo prevaricare
quella sana follia di…viversi
equivalente alla simbiosi diversa
che afferri nell’esser vento
che odori nel profumo fiore
che addolcisci di gusto strano
liberato dalle stelle…lì
guardato nella luna…lì
quasi che il gusto così profondo
diventa assuefazione al tutto
sentendoti stella e luna
provando l’istinto primo
quello animale di natura
che riesce ad insegnare nel silenzio
quando finisci di combattere
la tua singolarità ed unicità
per abbandonarti ad esse
come placabile raggiunto
da un’onda che fa l’onda
da un raggio che fa il raggio
da un’anima che fa l’anima.
Se solo fossi gioia
quel tutto del tutto
quell’uno dell’uno
che è dentro ogni piccolo spasmo
d’un piegarsi al divenire
senza combattere la guerra dentro
tra essere o non essere…nel quasi
tra dire e fare…nelle armi
quando affini ogni finezza dentro
nell’urlo del vento interiore
che combacia con il dolore d’abbandonare
per quanto l’urlo può essere invece altro…