Ciuffetti alti di erba
mossi da vento
sembrano quasi danzare
attraversati da musiche
quelle che noi non udiamo
che sono eterne di suono
per quanto sono movibili
nella successione alternante
che muove ogni staticità.
Il dolce muoversi ondeggio
proprio sembra palesare
quella invisibilità di fruscio
che ha voce ed amperaggio
nella dimensione inviolata
da ciò che non si capisce ed ode
per la dismisura d’udito
che attraversa lo statico fermo.
Eppur si muove
ogni cosa ha spinta invisibile
nel divenire ciò che le appartiene
di destino o di scelte
di caso mai per caso
che muove ogni cambiamento palesato
da invisibile che muove e non muove
quasi che quella forza posseduta
fosse comunque presenza d’altro
come un raggio di sole improvviso
che dà riflesso dentro le ombre
che diventano altro
e poi…all’improvviso spariscono…