Osservo tanto e troppo
le strane dimensioni umane
quando sempre ci sono
quelle sostituzioni di presenza
che vorrebbero rubare la tua
quasi fosse ciò…quella pedina
che ti restituisce la vita
in quel prendere quella posizione
dove credi pure di far bene.
Quanta pochezza è sostituirsi
usurpando la sacralità altrui
nel giocare una partita
in quelle apparenze che svolazzano
come quell’ignobile fandonia
che può diventare l’attimo.
E’ un gioco che non m’appartiene
ma lo faccio fare a chi
neanche s’accorge d’ignomia
per ciò che va facendo realmente
nel volere a forza vincere
barando con se stesso
la partita che giocano da soli.
Fili ben visibili
sono le immedesimazioni
che restano sempre recite
nel sopruso d’identità
che può far male solo
a chi è usurpato
a chi è attonito
nello sguardo pesatore
che valuta quel baro
senza poter far altro
che ridere e ridere…