L’infinito cosi’ azzurro
sembra inghiottirmi dentro
rubando la mia corposità
diversificatamente aggrappata
nei salti dimenanti
che fanno di me altro
nella sicurezza di pormi
rispetto a me stessa
quasi farneticante
in un’anima afferrata
dal senso di pulizia
che mai è acquisito
da un’umanità che ignora
quanta superficie inutile
sono gli strati costruiti
per poter dimenarsi alquanto
nel ginepraio di vivere
che l’infinito invece arreca
in quel diverso ubicarsi
di fronte ai propri limiti
nelle difese ad oltranza
poste a limitare l’anima
che sempre vuole esprimersi
in quel diversificato tendere
a ciò che in fondo è lì
d’un amore mai umano
che purtroppo difficile regna
mentre tutto il resto
raggiungibile facilmente
viene posto a risultato
d’una perdita di tempo…
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