Innanzi al disagio…

Questa chiarezza scavata

che mi annovera d’umanità

sembra scostare nello scrutare

quelle residuali scorze

che fatica vuole limare

in un lavoro di profondità

che è dolore d’essere

poco affine alla mia vita

che segue ora obiettività

nel porgere a me stessa

…la mia cristallità

che piango dinnanzi al disagio

di constatarne bellezza.

E’ lacrimare di grazie

di poter urlare quanto esiste

dopo scavi quasi archeologici

quella perla non riduttiva

nella sua realtà così viva.

L’immenso così vicino dentro

sembra parlare d’altri mondi

…quand’eravamo saggezza

anche se l’istinto di sopravvivenza

ci ha portato a quel che è oggi

e…sembrerebbe…la distrazione…peccato.

Solo quello è il peccato non inteso

…come punizione così legittimata

dal senso comune abbondoso

e  “peccato” assume valenza diversa

d’un nascondimento personale

che rendiamo tale per l’infamia

d’aver perduto anima.

Neanche più c’accorgiamo…

la mente cataloga l’idea imposta

perdendo l’anima riposta solo riposta…

 

 

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