Uniti dal dolore
è quella consapevolezza
d’esser ramenghi solo
di quell’amore legittimato
proprio dalle perdite
proprio dal distacco
quello da radicato senso
di vite che si rincorrono
senza sosta cercando
quella pienezza universale
lontana assai di spasmo
quando si consuma vanamente
quella perdita abissale
tra ciò che freme in ognuno
di quel mancante d’obiettività
perchè pensare e capire
diventa così difficile
nella pazzia di viversi
ognuno quasi per dimenticare
quell’unificante di senso
che è solo cercare
quelle affinità elettive
che danno il quid di risposte
nel non senso d’essere comunque
eterna essenza che si scompone
e poi…s’unisce di glorioso
quando s’unisce la trasparenza
come fosse fonte di saper coglierne
altro da te unendo ombre e luci
non nel soffuso di penombra
ma nell’espressione vera di mancanza…