Ad un Francesco…

Un giovane ragazzo amico

ha bussato alla mia porta

con il cuore stretto d’emozione

per il suo amico fratello

…che è lontano

ma nel suo cuore sempre

proprio nel dispiaciuto

e…affranto ricordare

d’esser l’amico.

Sangue calabrese

è ciò che li unisce

oltre l’affetto

…per la loro terra

ora…quel tal dei tali

è intrappolato e senza libertà.

Era accorato il povero ragazzo

tutto preso da non saper scrivere

col cuore tra le mani

tutta l’emozione.

Non so chi sei…amico calabrese

ma a sentir di te mi vò a spiegare

l’angoscia che ti è dentro è grande

…quando si paga prezzi non proprii

…quando si prega un Dio assente

…quando si pensa alle persone amate

…quando si alzano muri alti

e…si è soli forse per la prima volta

cercando risposte a dei perchè

che il sistema intrappola di rete

specie quando si è troppo deboli.

I prezzi sono lì ogni momento

…nella mancata dignità

e…nel pregare

è chiedere lo sguardo della verità

e…nel pensiero

è per una madre che aspetta il figlio

è per una compagna piangente d’amore

e…nel perdono

è per l’assenza da scavalcare

proprio di quei muri troppo alti

che sono il limite da superare

con l’anima fiduciosa.

Esser soli…così dentro

è l’occasione forse abbandonata un dì

nel distraente gioco che è il potere

quello che non restituisce mai

la purezza d’una certa consistenza

dentro l’anima che è voce solo lei

…di verità.

 

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