Caro inverno
che arriverai comunque
portami regali densi
di quella pieneza non misurabile
nè scambiabile con altro
che non sia la mia anima
quella capace di quel guizzo
che sovrasta la pochezza
non per esser migliore ad altri
ma per rendere a me stessa
solo dono alato dentro emozioni.
Caro inverno
che verrai a confortare ancora
le mura delle case chiuse
intirizzite da vento e piogge
con lunghe sere di me con me
vorrei imparare ancora
quanto conti per me l’attimo
quello capace d’aprire
l’assoluto della sottigliezza
nel mio guscio protetto
dove vivo l’armonia e la guerra
d’esser incapace a volte
d’accomodamento paziente
quando i sogni rimangono lì
nel lontano da raggiungere
per quanto credi con tutta te
all’ampiezza d’emozione trasportosa
dentro quell’unica te
ancora incompleta d’espressione…