L’evanescente orizzonte
intarsiato nell’aleatorio
di non poterlo guardare
perchè invisibile alla vista
sembra invece unire
nella stessa profondità
il cielo ed il mare
come se appartenessero
ad un insieme eterno
di stesso immenso che sono
per quanta vastità è
quel non poter misurare
ciò che sono lì circondanti
d’un colore simile
di atomi simili
di magia simile
mentre l’intorno sorge
quasi presente in se stesso
con quella profusione amata
che considera l’illimitato
dono gratuito d’afferrare dentro
mentre s’apre il venticello
nel persino carezzevole
d’un essere amati così tanto
che non comprendi umanamente
per quanto invece senti dentro
di negarsi all’obbiettività
d’un sentire dentro anima
quell’evanescenza così stranezza…
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