Costruirsi la propria pazzia
sembra l’arrivo solitario
d’un uomo così solo
…racchiuso in un fiore
che pur avendo la possibilità
non sboccia…rimane chiuso.
E’ chiusura al sole che nasce
è chiusura all’onda che sbatte
è chiusura al nascere sempre.
Così…barricati alla vita
tutto ciò che scorre
rimane finalizzato mai
ad aprire la vita
come un sipario che s’apre
nel modo semplice che è
…scena dentro il tempo
…scena dentro lo spazio
…scena dentro i luoghi.
Fili e fili
come ragni che creano
come fusi di tele infinite
come segnali di percorsi
dentro e fuori di ciò che è
mai di ciò che vibra davvero
come temendo ogni volta
d’esser fuori posto lì
…in mezzo alla scena
del pianto…del dolore
dell’immenso troppo grande
del piccolo troppo piccolo…
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