A volte capita assai
di carrellarsi nel vuoto
che racchiude la tua densità
attraversando quella divisione
ricolma di ferite
che ognuno porta dentro.
Sono quei dolori
che pesano ancora
e che fanno da bilanciere
in una pesata inutile
che in prospettiva non è mai
il presente che vorresti per te stesso
il presente che sempre è lì
a sfiorar di lusinga
che forse hai capito qualcosa.
Carrellarsi dentro il vuoto
è piangere un pò
nell’inconsistenza d’una consistenza
che è proprio pulire te stesso
come aver dinnanzi una percorrenza
che sai lineare d’intendimento
per quel che resta oggi di te stesso.
Pezzi di te sbriciolati
con dentro pezzi di vita
bene o male già andata
e innanzi a te l’interezza
che sembra vicina di quanto è
che sembra raggiunta e poi vola
…s’allontana nell’imbroglio
di sapere e poter giudizio…