Il mio leggero sussurro
delle cose immaginarie
sembra galoppo dentro
mentre s’espande largamente
l’influsso di raggiosità
che come un sole
penetra a scaldare
l’avvizzire del tempo
anche se è inverno pieno
ed il freddo non attacca
la parete protettiva
che,mi porgo io da sola
circondando di fili arcobaleno
il mio territorio interiore
che non lascio intaccare
proprio da nessuno.
Il filo invisibile d’anima
capta il luogo di me
dove posso e voglio esprimere
la mia fragilità
e la mia forza
nel cercare d’essere io
in quell’io che scompare
per diventare nulla
in quell’io che riappare
per diventare ugual nulla.
Mi beo di nulla
che, mi appartiene di totalità
mentre non posso dirmi
d’esser proprio disarmante…
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