Quante ipocrisie d’atteggiamento
nella categoria dei “coniugati”
sia femmine o maschi
che intessono con costanza
…la doppia vita
al di fuori del rapporto ovvio
anche con la pretesa di giustizia
…in nome dell’amore.
L’amore è sempre per l’altro
nel coinvolgimento per non fuggire
dalla normalità d’un non rispetto
…nè per se stessi
…nè per così detto amato
…nè per il legame usurato.
Nella rimasuglia d’affetto
…il doppiatore mai reo confesso
si sente appagato e contento.
Un’ ora…si è amanti
un’ora… si è coniugi
un’ora…si recita così
un’ora…si diventa chi?
Dov’è la verità quando
si evidenzia in nome d’un sentire
cosa se non io credo…sessualità
cosa se non io credo…comodità
ma poi…quante bugie
ma poi…quanta confusione
di nomi,di baci,di abbracci,
di sguardi,di carezze,di pelle.
Non giudico non mi compete
ma rimango solo senza risposta
di quanto in nome di amore
si offenda se stessi…