Lontano…molto lontano.

Esser presi nella rete

…di quei mutamenti

che non sono spiegabili

resta una sconfitta

quando non puoi

…neanche parlare

resta solo…quel vuoto

dove nulla può riempirlo

neanche saperne l’inutilità.

Sembra che il mondo

…va avanti e cammina

con tutti i suoi carichi

con tutte le sue falsità

del…così si fa

del… così è

che capisci…quanto

neanche buttarsi nella mischia

rende la soddisfazione di vivere.

Ti dibatti guardando

come una lente d’ingrandimento

anche la consuetudine superficie

guardando sempre

con l’ottica del fuori cerchio

come una grande insoddisfazione

di quell’inutile che traspare

evidente se sei…anche tu

…nel cerchio.

Provi ad uscire dal cerchio

e…neanche va bene

perchè manca qualcosa

sembra il silenzio amico

una cassa armonica

del disagio interiore

che t’accompagna nel pianto.

E’ un pianto purificatore

che tende…nello scroscio

cacciando via il peso

cacciando via il pudore di te

nel guardarlo…quel fuori cerchio

dentro un ciarlare d’uccelli

dentro un ticchettio costante

dentro il fruscio d’una penna

che sembra succhiarti.

Tutto ti succhia nel corpo

che l’anima si nasconde.

E’ quel nascosto che lascia

…l’impronta di solitudine

come uno sconforto piegato

mentre neanche un appiglio

nel desiderare ciò che non c’è

che neanche sai cos’è…

E’ una luce spenta dentro

che guardo con occhio fine

scrutandola del vissuto

pesandola di perchè

chiedendo a me di…capire

quanto il margine d’un limite

può pesare così dentro se stessi

non sapendo vivere di superficie

non sapendo adattare l’ego

che pur impera

…a dissolvere il suo spessore

fuori dal cerchio

…ma con l’animo acceso

d’un immenso comandoso

che mi porti lontano

…a perdere identità.

 

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