Ai vivi…morti.

Ai vivi …morti

auguro che s’accorgano

quanto vita sfiora

quanto vita è presenza

quanto vita è vita.

Se sono vivo e faccio il morto

è un conticino un pò strano

che non si fa con se stessi

come un passato reso presente

…attraversando il presente così

senza un futuro sgombro

ma solo appesantito di macigni

che…avvelenano il cuore

rincorso dai fantasmi d’irrisolti

impaurito dalle ombre che…diventano

giganti…mostri…orrori…errori

giudicando…disprezzando…uniformando

sciupando il presente…infangandolo

come stando in una palude

e…sapere di sprofondare sempre più

mentre intorno…dal grigiore

sempre c’è la speranza d’aiuto

sempre c’è quel raggio di sole

che vorrebbe così combinato

…pietrificare.

Senza ombra di dubbio è morire

…diventando statue solidificate

intrecciate ed imprigionate

dal gioco visto dal punto di morte

come una fine …mai inizio

con una gran punto e a capo

che è…cancellare.

Dalla lavagna si cancella

ciò che non serve più

e…s’inizia

…da ora in poi è…

 

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