Il genio e la sua solitudine
è quanto afferra della realtà
…la sua realtà
fatta di vocio interiore
fatta di piegature infinite
che…ad occhio nudo
…sono invisibili
…sono inafferabili.
Solo la genialità
forse della pazzia
forse dell’artista
…in quel raptus di più
arriva a toccare
…l’intoccabile
forse anche Dio
…o per lo meno la sua idea
forse la stupida evanescenza
…d’esser solo cose
che girano e…girano
come trottole girate
da mani esperte
che fanno girare la palla mondo.
Quanto è triste il genio
nella sua infinita comprensione
plasma la realtà
colpendola di verità
mentre è commiserato
perchè è arrivato in cima
a quella scala di sapienza
che è la morte dell’uomo…
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